Il tempo che passiamo insieme a rivedere gli errori, in particolar modo gli errori ripetitivi che rischiano di fossilizzarsi, è un tempo proficuo e allo stesso modo un “buon allenamento” dato che molte volte gli studenti arrivano gradualmente all’autocorrezione, un passaggio naturalmente più complesso proprio degli studenti con una buona conoscenza della lingua italiana. Qualche volta succede che lo studente dia una spiegazione delle strutture grammaticali o le paragoni alla sua lingua madre e questo desta sempre curiosità anche da parte degli alunni che sembrano mostrare meno interesse alla ricerca delle soluzioni corrette. Alcune volte nascono delle conversazioni sorprendenti, interessanti. Alla fine di tutto questo ciò che più mi preme trasmettere ai miei studenti è riflettere sull’errore e in quanto tale non va demonizzato e che rientra nel percorso dell’apprendente e soprattutto che “sbagliando si impara!”.
mercoledì 17 settembre 2014
Insegnare l'italiano agli studenti stranieri: reazioni sulle correzioni
Lavoro da molti anni come insegnante d’ italiano L2 per adulti e sempre mi ha incuriosito la reazione degli studenti davanti alle correzioni, in particolar modo quelle riportate sugli elaborati fatti durante i test in classe.
Normalmente nella scuola in cui insegno facciamo i test alla fine della seconda settimana del corso, perché sono così strutturati, e ogni volta al momento della consegna degli elaborati si ripete puntualmente lo stesso comportamento: alcuni studenti gli danno semplicemente una breve occhiata non soffermandosi molto sulle correzioni apportate, altri osservano più a lungo e alcuni chiedono delle spiegazioni iniziando così quello che più mi piace fare insieme ai miei studenti: avviare una riflessione grammaticale, anche se alcune volte viene svolta in maniera semplice data la natura dell’argomento. Spiego loro che molte volte la natura dei loro errori è dovuta all’interferenza della loro lingua madre e che l’errore fa parte dell’apprendimento di una lingua italiana e delle sue regole grammaticali, ortografiche,eccetera. Per questo è importante capire l’errore e darne una spiegazione in modo da acquisire una maggiore autonomia linguistica e sentirsi più sicuri nelle situazioni in cui gli studenti si troveranno a dover usare la lingua italiana per comunicare. Inoltre spiego che gli errori di ogni studente possono servire a tutti perché permettono di rivedere degli argomenti grammaticali che forse non sono stati acquisiti nel modo più corretto. Tutto questo è utile anche a me perché mi dà modo di testare, di approfondire ciò che ho insegnato durante le lezioni d' italiano in classe.
Il tempo che passiamo insieme a rivedere gli errori, in particolar modo gli errori ripetitivi che rischiano di fossilizzarsi, è un tempo proficuo e allo stesso modo un “buon allenamento” dato che molte volte gli studenti arrivano gradualmente all’autocorrezione, un passaggio naturalmente più complesso proprio degli studenti con una buona conoscenza della lingua italiana. Qualche volta succede che lo studente dia una spiegazione delle strutture grammaticali o le paragoni alla sua lingua madre e questo desta sempre curiosità anche da parte degli alunni che sembrano mostrare meno interesse alla ricerca delle soluzioni corrette. Alcune volte nascono delle conversazioni sorprendenti, interessanti. Alla fine di tutto questo ciò che più mi preme trasmettere ai miei studenti è riflettere sull’errore e in quanto tale non va demonizzato e che rientra nel percorso dell’apprendente e soprattutto che “sbagliando si impara!”.
Il tempo che passiamo insieme a rivedere gli errori, in particolar modo gli errori ripetitivi che rischiano di fossilizzarsi, è un tempo proficuo e allo stesso modo un “buon allenamento” dato che molte volte gli studenti arrivano gradualmente all’autocorrezione, un passaggio naturalmente più complesso proprio degli studenti con una buona conoscenza della lingua italiana. Qualche volta succede che lo studente dia una spiegazione delle strutture grammaticali o le paragoni alla sua lingua madre e questo desta sempre curiosità anche da parte degli alunni che sembrano mostrare meno interesse alla ricerca delle soluzioni corrette. Alcune volte nascono delle conversazioni sorprendenti, interessanti. Alla fine di tutto questo ciò che più mi preme trasmettere ai miei studenti è riflettere sull’errore e in quanto tale non va demonizzato e che rientra nel percorso dell’apprendente e soprattutto che “sbagliando si impara!”.
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